Questa preghiera affronta il dolore e la sofferenza. Si rivolge a Gesรน, riconoscendo le sue esperienze di agonia, e chiede liberazione dalla sofferenza e dall’angoscia. Tuttavia, la preghiera non vuole che questo periodo di prova sia inutile, ma piuttosto che il dolore, le lacrime e la fatica diventino seme di bene. Si offre a Dio ogni sofferenza, chiedendo che, unita alla passione di Cristo, possa portare luce e consolazione ad altri. La preghiera si conclude con un affidamento e una fiducia nel Signore, riconoscendo che anche il proprio soffrire ha un senso nel mistero del suo amore.
Gesรน mio Signore,
tu che hai conosciuto l’angoscia del Getsemani e il silenzio della croce,
guarda il mio cuore ferito,
questa sofferenza che mi pesa dentro
e che a volte non so nemmeno spiegare
e non so controllare.
Ti chiedo di liberarmi da questa sofferenza,
di liberarmi dall’angoscia e dal male che mi attanaglia,
di restituirmi a una vita serena e luminosa.
Ma anche questo tempo di prova non voglio che vada sprecato.
Per questo ti chiedo di saper vivere questo dolore
e di entrare in esso con la tua presenza.
Fa’ che non vada sprecato.
Ogni lacrima, ogni fatica,
ogni notte senza pace
diventi seme di bene del tuo regno.
Ti offro tutto, mio Dio:
le ferite che non guariscono,
le domande senza risposta,
le fatiche del corpo,
le inquietudini dell’anima.
Accogli questo dolore come un dono piccolo ma sincero,
nella speranza che, unito alla tua passione,
possa portare luce a qualcuno,
possa redimere, consolare,
possa essere amore che salva.
Tienimi stretto, Signore, quando mi sento solo.
Ricordami che non sto portando questa croce da solo,
che tu sei con me
e che nel mistero del tuo amore
anche il mio soffrire ha senso.
A te mi affido,
in te mi abbandono,
in te confido.
Amen.
fra Stefano M. Bordignon