Sento i miei passi sempre più lenti e più pesanti… Quando cammino
per le strade di questa città così dispersiva,
tra tanta gente che ti sfiora frettolosa, incurante,
che pensa solo a sé e che sembra non accorgersi di nulla, talmente assorta nei pensieri, paure, ansie, dubbi, piccole gioie e grandi dolori.
Ma chi sono quei “baccelli” colorati che vedo sulle panchine delle stazioni, o sdraiati per terra, in strada?
Sono poveri esseri umani, avvolti in variopinte coperte, o forse ciò che resta di loro: corpi senza identità,
senza più risorse, né dignità.
Aiutami, o Signore,
a non essere insofferente nelle lunghe attese della vita,
a sopportare le ingiustizie, a ostacolare le prepotenze
verso chi non si può difendere, o chi non conta niente.
Abbi misericordia di noi, o Signore, illumina il nostro cammino quando si fa buio e tortuoso
e donaci quella forza, che solo Tu puoi darci,
per affrontare le tempeste quotidiane. Dacci il coraggio di vivere,
nonostante i lutti, le avversità, le sconfitte, le scelte difficili e combattute,
la violenza dilagante,
i tradimenti, le delusioni, le falsità.
Aiutaci a lenire il bruciore di antiche ferite profonde.
Infondi nei cuori dei nostri figli
il seme della Fede e della Speranza,
fallo crescere e mantienilo sempre vivo in loro, anche quando il futuro è incerto e nebuloso; allontana l’aridità, la disillusione e l’indifferenza.
Ascolta il pianto disperato e silente
di chi non crede, o di chi non sa pregare.
la pazienza di chi conosce i nostri difetti, la ricchezza dei ricordi dell’infanzia
e di quelli lontani nel tempo, ma che ancora ci gratificano, le note di una canzone,
il profumo del pane appena sfornato
o della terra bagnata dopo un temporale, la voglia di vivere, malgrado tutto.
Ti siamo immensamente grati per la gioia che proviamo
nel fare un semplice atto di carità, un gesto di condivisione,
un saluto, una parola di conforto, un dono a chi non se l’aspetta,
una carezza a un cane o un gatto randagio, perfino nel raccogliere lo sfogo di chi soffre, di chi è diverso, di chi ha tanta rabbia dentro.
… Ora sento i miei passi più veloci e più leggeri. Sono pervasa da un’euforia inspiegabile,
anche se nulla è cambiato,
se i problemi forse, sono gli stessi. All’improvviso, mi sento sicura,
serena, in pace con me stessa e con gli altri: sono in uno strano stato di “grazia”.
Sei tu, o Signore,
che hai guidato i miei passi ieri, oggi, e domani.
Fonte: “per Carità” La dimensione contemplativa dell’incontro col povero nell’esperienza di Caritas Italiana


