Solo Tu sai accettare <con amore>
la mia fragile innocenza;
accrescendo la speranza
che risale dal mio cuore
col sostegno di un angelico sentire:
— gioia lieta alimentata da un bel sogno;
incalcolabile bisogno di TE,
Padre del cielo e del mare —.
Solo Tu rendi saggio il mio agire
nel sentiero solitario, a volte oscuro.
L’esistenza è onda infranta
sullo scoglio tanto duro, in apparenza;
è altalena in un giardino colorato:
saziato dalla pioggia,
decorato dal tramonto,
plasmato dalla coscienza.
La coscienza in me presente
sarà giudice “spietato” ed inclemente,
allorquando la mia essenza
tornerà nell’universo,
tra le stelle sfavillanti
del firmamento.
Soltanto un rimedio salverà la nostra essenza vitale
dalla coscienza imperfetta in noi presente:
l’amore di DIO.
Giovanni Battista Quinto