Questa preghiera nasce dal cuore silenzioso di Dag Hammarskjöld, uomo di pace e cercatore di Dio.
Le sue parole esprimono il desiderio profondo di vivere alla presenza del Signore, riconoscendolo come Colui che è al di sopra, accanto e dentro di noi.
È una supplica di abbandono fiducioso: chiedere a Dio un cuore puro, umile, amante e di fede, capace di servirlo in ogni cosa.
In essa si intrecciano la contemplazione e l’azione, la presenza divina e la responsabilità umana.
Tu che sei al di sopra di noi,
tu che sei uno di noi,
tu che sei anche in noi:
che tutti ti vedano anche in me,
che io ti prepari la strada,
che io possa rendere grazie
per tutto ciò che mi accadrà.
Che io non dimentichi i bisogni degli altri.
Conservami nel tuo amore
come vuoi che tutti dimorino nel mio.
Possa tutto il mio essere volgersi alla tua gloria
e possa io non disperare mai.
Perché io sono sotto la tua mano,
e in te è ogni forza e bontà.
Donami un cuore puro — che io possa vederti.
E un cuore umile — che io possa sentirti.
Un cuore amante — che io possa servirti.
E un cuore di fede — che io possa dimorare in te.
Amen.
Dag Hammarskjöld (1905–1961), è stato un diplomatico svedese e Segretario generale delle Nazioni Unite dal 1953 al 1961, premio Nobel per la pace (postumo).
La preghiera proviene dai suoi scritti spirituali raccolti nel libro Tracce di cammino (Markings), una sorta di diario interiore dove riflette sulla fede, sul servizio, sull’umiltà e sul rapporto personale con Dio.



