O Padre,
che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio,
guidaci con la tua parola,
perché purificati interiormente,
possiamo godere la visione della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Il tema dell’orazione

Per comprendere il tema di questa colletta è necessario ricordare il suo collegamento esplicito con il mistero della Trasfigurazione, che già anticamente era proclamato in questa domenica. Tanto è chiaro il valore di questa lettura oggi, che occorrerà aspettare il XVI secolo perché si avverta nella tradizione latina una festa propria dedicata alla Trasfigurazione stessa: il suo posto più autentico è questo, come sguardo sulla Pasqua.

È ancora utile ricordare che negli antichi Sacramentari non vi era liturgia prevista oggi (Dominica vacat), perché la vigilia (Pannuchís) si ordinavano i presbiteri e i diaconi, al fine che fossero attivi nel cuore del mistero pasquale. La trasfigurazione era già il Vangelo proclamato in questa veglia. Il nostro testo, quindi, non può appoggiarsi su fonti del primo millennio: il Messale di Paolo VI sceglie dunque di offrire un’orazione di nuova composizione, rielaborando fonti liturgiche mozarabiche e gallicane, e anticipando il tema delle letture.

Il testo

La struttura nella versione italiana presenta la seguente configurazione:

  • invocazione («O Padre)
  • ampliamento amnetico («che ci chiami ad ascoltare»)
  • richiesta («guidaci con la tua Parola»)

Vediamo che questa preghiera lascia trasparire in modo chiarissimo la sua struttura lineare classica (invocazione, ampliamento amnetico, richiesta).

Dopo l’invocazione, l’ampliamento amnetico evoca, appunto, il cuore del mistero della Trasfigurazione nella frase che risuona dalla nube (Mt 17,5). La richiesta fa perno sulla forza della Parola. Dapprima l’assemblea chiede a Dio di essere interiormente guidata nella fede dalla Parola di Dio, manifestando così la disponibilità profonda ad obbedire all’imperativo udito sul Tabor, «Ascoltatelo», ed identificando il Figlio amato con la parola stessa che oggi risuona.

La Parola di Dio è dunque guida nel digiuno quaresimale, la nuova manna che sostiene nel cammino del deserto.Infine, all’interno della stessa richiesta e nello stesso spirito penitenziale, si chiede la purificazione interiore (in latino si parla della purificazione dello sguardo, «spiritáli purificáto intúitu»), confessando la fiducia nel godimento felice (nel testo latino il verbo è laetare) della visione della gloria divina. Il riferimento al mistero della Trasfigurazione, con l’esperienza di contemplazione da parte dei discepoli, è nuovamente esplicito.

L’azione rituale

Chi cura la breve monizione iniziale può utilmente anticipare il tema della Colletta, introducendo la Trasfigurazione come mistero che conduce alla Pasqua e che ci invita a nutrirci della Parola per contemplare la gloria divina. Tutta la celebrazione diventa così manifestazione della volontà ecclesiale di essere guidati.

Fonte: sussidio Quaresima/Pasqua 2023 CEI