Oh Dio! Tra le tante invocazioni ascolta anche quella mia.
Con quanta fatica vengo a te,
sento il peso del mio peccato.
Tante volte ho cercato di nasconderlo a me stesso,
ho dissimulato per paura del giudizio,
ho denunciato il peccato degli altri per non curare il mio.
Sai quanto è difficile accettarsi fragili e limitati,
ho timore che qualcuno approfitti della mia nudità.
Dentro di me sento sempre la tua voce: Dove sei?
È la tua voce di padre, meglio di madre,
che mi cerca, mi desidera, mi ama.
Non mi convochi in giudizio
per giustificarmi o discolparmi,
ma neanche per dimostrarti quanto valgo.
Mi chiami a Te
non per inquisire
ma per raccontarti ciò che ho nel cuore.
Eccomi davanti a Te,
certo a distanza, non perché abbia paura,
ma perché so di non essere già arrivato
e che il cammino della conversione è ancora lungo.
I miei occhi non riflettono utopie
ma cercano le tue mani forti e delicate
nelle quali porre con fiducia la mia vita
con gioie e dolori, successi e fallimenti.
La mia mano sul petto
bussa con fiducia al Tuo cuore,
come lama di aratro spacchi
la crosta dura della terra riarsa dalle passioni sregolate,
come colpo di martello frantumi la ruvidezza dell’animo.
Come Davide, anche io riconosco che Tu
non gradisci sacrifici e offerte,
ma il mio cuore affranto e umiliato.
Ecco il mio cuore,
libero dal senso di colpa,
dalla vergogna e dall’orgoglio,
lo presento a Te, rendilo nuovo.
Il mio cuore riempito del Tuo Spirito
sarà capace di bontà, tenerezza e misericordia.
Amen.
don Pasquale Giordano