Ora mi fai paura, Gesù!
Volevi vedere il mondo, Gesù,
e lo hai fatto.
Volevi sederti agli incroci dell’umanità,
non solo per osservare i viandanti
ma per tessere con ciascuno di essi
relazioni di verità, di senso e di luce:
e alla fine lo hai fatto per davvero.
Hai fatto delle tue parole,
delle azioni e della tua vita intera
un segno, una porta aperta,
spalancata sulle profondità della misericordia,
che da sempre il Padre tuo ha per tutti;
un passaggio per la via della riconciliazione
dentro le labbra oscure di quella ferita
che connota di peccato l’intera umanità:
e anche questo lo hai fatto, per amore.
A un tratto, però, sei andato oltre,
un metro oltre la vita di tutti,
una deviazione, attraversando le tenebre,
dentro quelle che fra tutte fanno più paura;
un metro oltre e, questa volta lo hai fatto
in solitudine, in silenzio, senza gli altri,
invitando tutti a seguirti senza riserva alcuna.
Là dove il cammino del vento
si incrocia con quello delle stelle,
là dove ciascuno prende le sue misure
con la sofferenza, il dolore e la morte,
Tu per primo, coi fatti insegni
che la vita non si sceglie, si vive.
Per carità, Gesù, ora fermati!
prima che sia troppo tardi,
prima che non ci sia più una via di fuga
anche per Te dall’arroganza delle tenebre.
Graffiato dalla vigliaccheria del Male,
Tu abbracci in quella croce le mie paure,
il sospiro delle mie speranze,
e… prosegui il tuo viaggio d’amore
con il Cielo, ancora e sempre, nei tuoi occhi.
«Non ti preoccupare! – Tu mi dici –
Vado avanti io, poi vieni anche tu!».
Non so fino a quando Ti resisterò,
ma già mi manchi, Gesù,
e la tua croce mi scava un vuoto dentro,
un nuovo spazio in me,
per accogliere presto tutto il tuo amore.
Così la fine è stato il tuo inizio,
un viaggio di ritorno il tuo, e ora il mio,
perché a casa tua finalmente
ora porti anche me.
Per gentile concessione di don Sergio Carettoni – Fonte