Preghiera per il Giovedì Santo 2023
O Dio, che ci hai riuniti per celebrare la santa Cena
nella quale il tuo unico Figlio,
prima di consegnarsi alla morte,
affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio,
convito nuziale del suo amore,
fa’ che dalla partecipazione a così grande mistero
attingiamo pienezza di carità e di vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio,
che è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
LA STRUTTURA DELL’ORAZIONE
Ci troviamo dinnanzi ad una colletta di nuova formulazione, ispirata prevalentemente ad alcuni brani neotestamentari, soprattutto di matrice giovannea e paolina. La struttura nella versione italiana presenta la seguente configurazione:
- Dopo una brevissima invocazione del Padre (O Dio),
- Segue il ricco ampliamento anamnetico (che ci hai […] suo amore) che esprime il contesto celebrativo (ci hai riuniti per celebrare la santa Cena) e richiama il dono d’amore che Cristo ha elargito alla sua Chiesa prima di consegnarsi nelle mani dei suoi crocifissori (morti se traditúrus).
- Dall’anamnesi scaturisce la richiesta (fa’ che […] di vita) nella quale l’assemblea orante invoca da Dio, per la partecipazione a così grande mistero, pienezza di carità e di vita.
- L’orazione si conclude con la classica formula dossologica (Per il nostro Signore […] secoli) comune a gran parte delle collette contenute nel Messale Romano.
LA TEMATICA TEOLOGICA PREDOMINANTE
Dall’analisi di questa colletta emergono differenti temi teologici. Anzitutto il tema della traditio, della consegna (morti se traditúrus) di Cristo alla morte per compiere la volontà del Padre e per redimere ogni uomo, richiamata più volte dall’apostolo Paolo nelle sue lettere (cf. Gal 2,20; Ef 5,2) e dagli stessi scritti evangelici (cf. Mt 26,45; Mc 14,41.44; Gv 13,2). Ciò rende la “cena” pasquale, che Gesù celebra con i suoi discepoli prima di consegnarsi alla morte, una significativa anticipazione rituale di ciò che egli avrebbe compiuto qualche ora più tardi sul legno della croce: «il nuovo ed eterno sacrificio, convito nuziale» e manifestazione tangibile del suo immenso amore per la Chiesa e per l’intera umanità (cf. Gv 13,1; Ef 5,25).
Altra tematica teologica emergente è, dunque, quella della carità, della profonda dilectio che ha animato il cuore del Redentore al momento della passione e della stessa “dilezione” che il discepolo di ogni tempo è chiamato ad apprendere dal suo Maestro. Non a caso, davanti ad un così grande mistero, la Chiesa domanda a Dio di poter attingere pienezza di carità e di vita (nell’edizione latina si prega «tanto mystério plenitúdinem caritátis hauriámus et vitæ»).
È proprio ristorandosi al banchetto eucaristico che gli uomini hanno la possibilità di crescere nell’amore vicendevole, ottenendo così la forza necessaria per rispondere all’universale appello alla santità, che il Concilio Vaticano II ha lanciato con insistenza: «È dunque evidente per tutti, che tutti coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità e che tale santità promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano. Per raggiungere questa perfezione i fedeli usino le forze ricevute secondo la misura con cui Cristo volle donarle, affinché, seguendo l’esempio di lui e diventati conformi alla sua immagine, in tutto obbedienti alla volontà del Padre, con piena generosità si consacrino alla gloria di Dio e al servizio del prossimo» (Lumen Gentium, 40).