Signore Gesù, io sono un carcerato, avrei più tempo dei monaci certosini per pregarti…
ma tu sai quanto sia difficile
per un carcerato pregare.
E’ difficile pregare e credere,
quando ci si sente abbandonati dell’umanità.
Anche per te fu difficile pregare sulla croce e gridasti la tua angoscia,
la tua delusione, la tua amarezza:
“Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?”
Un perché, che sulle tue labbra era diverso… perché tu eri innocente.
Anche tu fosti un carcerato, un torturato, un imputato e un condannato.
A un tuo compagno di condanna, pentito e fiducioso in Te,
hai assicurato il Paradiso,
lo hai proclamato Santo.
A Te, Signore,
vittima viva di tutte le ingiustizie commesse dalla giustizia umana, rivolgo il mio grido.
Accettalo come preghiera.
Tu scusi, perdoni, dimentichi.
Io, però,
non voglio essere commiserato da nessuno: voglio che si creda in me,
nella mia rigenerazione.
Non voglio rinunciare a essere, voglio credere che almeno Tu,
il più giusto ed innocente
dei condannati della storia
sarai capace di capire le mie lacrime, la mia rabbia.
Tu sei l’unico filo di speranza vera. Signore Gesù,
dammi la fede nella vera libertà che è dentro di me,
e che nessuno può strapparmi.
Amen