CEI – Preghiera per la quarta domenica di Quaresima 2023

O Padre,
che per mezzo del tuo Figlio operi mirabilmente
la redenzione del genere umano,
concedi al popolo cristiano di affrettarsi
con fede viva e generoso impegno
verso la Pasqua ormai vicina .
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Il tema dell’orazione
Il canto di questa preghiera si inserisce bene nella domenica Laetare. La fretta («festinare») a cui si fa riferimento in conclusione è quella del passo gioioso. Il senso di questo invito alla gioia è escatologico. Nel giorno dei secondi scrutini degli eletti, la Chiesa si rallegra come madre della rinascita dei suoi figli; il colore rosaceo, la deroga nell’uso di fiori e di strumenti musicali caratterizzano la celebrazione e permette di cogliere meglio il valore di questo testo eucologico. Gli autori del testo nel Messale di Paolo VI offrono un’orazione del Gelasiano Vetus, modificandone profondamente la seconda parte, rendendola più esplicita nel suo essere proiettata sulla Pasqua vicina.
Il testo
La struttura nella versione italiana presenta la seguente configurazione:
- brevissima invocazione («O Padre»)
- ampliamento anamnetico («che operi mirabilmente»)
- richiesta («concedi al popolo cristiano di affrettarsi»).
L’essenziale invocazione apre all’azione anamnetica, nella quale il tema del cammino quaresimale è ripreso. Questo riferimento, espresso nell’edizione tipica con «reconciliatiónem», appare nella terza edizione del Messale Romano in lingua italiana con le parole «nostra redenzione». Questa espressione che risuona già in SC 5 sta alla base del ruolo di Cristo nella liturgia: il verbo è al presente, non al passato, Cristo opera mirabilmente la nostra salvezza oggi attraverso il mistero della sua presenza nel culto divino. Anche la richiesta prosegue su questa confessione di fede, in cui l’assemblea dice in Cristo al Padre di volersi affrettare nel cammino di riconciliazione verso di lui, presente nel mistero pasquale ormai vicino. La fretta si concretizza nella fede vita («álacri fide») e nel generoso impegno («prompta devotióne»)
L’azione rituale
Nella domenica del cieco nato, il Signore si offre come luce ai suoi che lo cercano. In questa celebrazione, chi invita nella monizione d’ingresso può far riferimento alla fretta gioiosa di questo rito, in cui l’assemblea può sentirsi richiamata a non distrarsi nella tensione alla meta pasquale. Potrà così riconoscere lo stesso tema sviluppato e vissuto nel breve rito attorno alla preghiera di Colletta, tra l’invito («Preghiamo»: chiediamo nel silenzio d’esser pronti alla Pasqua e gioiosi) e l’amen finale.