Preghiera di don Alessandro Deho’ (link al post nel blog) ispirata al brano del Vangelo di domenica 2 febbraio 2025, Luca 2, 22-32.
Ora lascia, o Signore
Ora lascia, o Signore,
che provi ancora
ad essere giusto,
a non opporre resistenza all’accadere della tua grazia
che in ogni cosa scorre.
Ora lascia, o Signore,
che impari la devozione al Mistero,
che incensi di silenzi i miei giorni,
che tramuti in salmo l’ordinario.
Che si dilati in me l’attesa di Te,
che bruci di desiderio ogni mio attimo
e che quell'attimo non sia solo mio,
ma che sappia immergermi nella fame d'amore del cosmo.
Ora lascia, o Signore,
che io provi finalmente a liberarmi
delle paure,
dell’ansia di volerti piacere,
del delirio di voler apparire degno di te,
donami la verità di chi scopre di aver solo bisogno,
bisogno d’essere consolato.
Ora lascia, o Signore,
che io sia tuo inutile servo,
e che non abbia paura di respirarti,
tu, Spirito Santo,
tu che sei bacio,
baciante il mondo intero.
Che io sia davvero tuo
e che, come Simeone,
sappia vedere l’invisibile,
nelle pupille il disegno già compiuto,
Dio in un bambino,
l’Infinito nel frammento,
la resurrezione che respira in ogni morte.
Ora lascia, o Signore,
che io sia servo solo della tua Grazia,
che i miei occhi non abbiano più bisogno
di vedere miracoli, guarigioni,
di sentire spiegazioni,
non abbiano più bisogno di vederti crocifisso,
non abbiano più bisogno,
perché io ho Te, in me.
Adesso.
Ora lascia, o Signore,
che il tuo servo vada in pace,
perché tutto è salvato,
trasfigurato,
perché nella tua resurrezione tutto è risorto,
nulla è perduto.
Ora lascia, o Signore,
che il tuo servo vada in pace,
secondo la tua parola,
che ho sentito vibrare in ogni nota,
in ogni silenzio, perfino nel grido
delle spade che hanno trafitto il cuore di tua madre.
Ora lascia, o Signore,
che il tuo servo vada in pace,
secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
hanno visto Te.
Accompagnami,
adesso che ti ho tenuto tra le braccia,
adesso che sento troppa pienezza nel mio cuore,
e pare tristezza l’ombra di questo compimento,
aiutami, amato mio Signore,
a continuare l’attesa di te.
E che possa, ti scongiuro,
vivere il nunc dimittis,
adesso e nell’ora della mia morte.
Ora lascia
che io mi lasci andare
in totale abbandono,
in te.
don Alessandro Deho