Preghiera di don Alessandro Deho’ (link al post nel blog) ispirata al brano del Vangelo di domenica 9 febbraio 2025, Luca 5, 1-11.
Risalire la corrente
Gocciolano i tuoi occhi
lontano dalla ressa dei devoti,
così mi trovi impigliato
nei quotidiani fallimenti
se sono ancora vivo
è perché tu ami
i dettagli
mi chiami sempre
mentre lavo le reti
dal niente
e poi mi preghi,
tu preghi me,
blasfema inversione
di un Dio che supplica l’uomo
di fidarmi,
mi preghi
e io ti esaudisco: scostiamoci
da qui, mettiamo distanza tra noi e il mondo
come fossimo già innamorati
tu siedi
e io ti guardo le spalle
e mi proteggo
e nemmeno ti ascolto
a me basta stare
finalmente deponi l’ultima sillaba nel vento,
la gente si disperde
come polline soffiato per gioco,
solo chi rifiuterà la trappola della quotidianità,
solo chi rimarrà al vento e accetterà di farsi braccare
solo i condannati al disagio
torneranno
pur di non lasciarti scendere da me
ho subito preso il largo
pur di non perderti
ho gettato le reti
pur di averti ancora
(mi ero già
definitivamente impigliato
in te)
qualcuno moltiplicò a dismisura i pesci pescati,
nel ricordo i miracoli tendono all’espansione,
e se forse le barche quasi affondavano
io ormai ero definitivamente inabissato nel tuo cuore
relitto di ciò che ero
atterravo sui fondali di un nuovo mondo
con la paura che piega le gambe
con il terrore di non essere abbastanza
di non essere all’altezza
con la paura di deludere un amore appena nato
un miracolo troppo grande per me
immeritata follia
mi ero allenato a farmi bastare
invece l’amore vero annienta
lo stupore stringe il cuore
tutto trafigge di luce
un martirio che apre gli occhi
Non temere,
mentre iniziavano le doglie del mio parto,
mi hai trascinato a riva
mi hai liberato dalla rete
mi hai conquistato l’anima
il resto
uno scintillio di squame
a un nuovo sole,
iniziammo così a risalire la corrente.
don Alessandro Deho