O mio Salvatore, che avete sofferto per amor mio tutti i dolori della Passione, fino alla morte più crudele, io non rifiuto, per quanto mi costi, di prender parte al vostro calice di amarezze: vi offro il mio cuore straziato, ma sottomesso.

Voi m’avevate dato in quel fanciullo così teneramente amato, la più dolce felicità del mondo; ma accetto, per quanto mi è dato nella desolazione in cui mi trovo, la condanna con la quale me lo avete tolto.

Sì, mio Dio, mio Creatore, Padrone di tutte le cose, io mi sforzo col vostro servo Giobbe, di benedire la vostra santa mano in questa prova, ed abbandonarmi interamente e senza riserva alla vostra santa volontà che non voglio né vorrò mai chiamare crudele.

O mio Consolatore! voi non condannerete le lagrime d’una madre, voi che avete pianto sopra un amico! Non permettete però che mi sfugga, nel dolore, una sola parola che possa spiacervi. Io detesto fin d’ora ogni lamento, perfino ogni pensiero che non sia conforme alla sottomissione cristiana e assoluta che io debbo al mio Dio.

Datemi la forza di essere sempre attenta al benessere di coloro che mi circondano, vigilante per trattenere la mia immaginazione quando il dolore la svia, e coraggiosa per rialzare l’animo abbattuto.

Vergine Santa e Madre dei dolori! unisco il mio dolore al vostro: apritemi il vostro cuore, rifugio e modello delle madri desolate: ed ottenetemi con le vostre preghiere, che io accetti come voi la spada che mi ha trafitto il cuore, resti coraggiosa ai piedi della croce e là io viva e muoia sottomessa e rassegnata.

Amen.