Mi affido al Tuo amore, Signore

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Dopo la Risurrezione, Gesù appare ai discepoli sul lago di Tiberìade. Pietro, affranto per il suo tradimento, riceve da Gesù non solo il perdono, ma anche la missione di guidare il suo gregge. Questa preghiera nasce da quel dialogo tra amore ferito e amore risanato, e diventa una preghiera di adorazione: uno sguardo al Cristo risorto che ci ama e ci affida il compito di seguirlo, sempre.

PREGHIERA

Signore Gesù,
Tu che mi vieni incontro quando torno a pescare nel vuoto,
non lasciarmi affondare nelle mie notti senza luce.
Anche quando non riconosco il Tuo volto,
Tu sei lì, sulla riva, ad attendermi.

Hai acceso il fuoco e preparato il pane.
Tu non mi rimproveri, ma mi nutri.
Mi chiedi solo: “Mi ami?”
E nel mio cuore trema la risposta.

Tu conosci tutto,
conosci la mia fragilità,
le mie cadute,
le mie fughe.

Eppure, Tu mi affidi ancora il Tuo gregge.
Mi dici: “Seguimi.”
Non per i miei meriti,
ma perché mi ami da sempre.

Ti adoro, Signore,
perché il Tuo amore è più grande del mio peccato.
Ti adoro,
perché non mi chiedi perfezione, ma verità.

O Gesù risorto,
accogli questo mio “ti amo”
che ha il sapore del pentimento,
ma anche la gioia di ritrovarti.

Amen.

Spiegazione


Il Vangelo di Giovanni 21,1-19 racconta l’apparizione di Gesù risorto ai discepoli e in particolare il dialogo con Pietro, che tre volte aveva rinnegato Gesù. In questa scena, Gesù non accusa né condanna, ma offre il perdono e una nuova missione: “Pasci le mie pecorelle”. La preghiera si fonda su questo amore misericordioso e rinnovatore. È una preghiera di adorazione, perché si rivolge a Cristo risorto riconoscendone la grandezza e la fedeltà anche nelle nostre debolezze. Adorare è riconoscere che Dio ci ama per primo, anche quando non ne siamo degni.

Leggi le preghiere dei giorni passati.

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