PREGHIERA
Signore Gesù,
Tu che hai seminato nei nostri cuori doni preziosi,
insegnami a riconoscerli con umiltà e gratitudine.
Fammi comprendere che ogni talento è una Tua benedizione,
un invito a servire gli altri con amore e coraggio.
Donami la saggezza di non sotterrare i doni ricevuti,
ma di farli fruttare per la Tua gloria.
Quando mi sento piccolo o impaurito,
ricordami che la Tua fiducia è più grande delle mie paure.
Aiutami a vivere con responsabilità ,
a moltiplicare ciò che mi hai donato
perché possa restituirlo a Te arricchito dall’amore.
E quando tornerai, Signore,
che io possa consegnare nelle Tue mani non la polvere di ciò che ho nascosto,
ma i frutti di ciò che ho condiviso.
Amen.
Spiegazione
Questa preghiera si ispira al brano del Vangelo di Matteo 25,14-30, conosciuto come la “Parabola dei Talenti”. In questa parabola, Gesù racconta di un padrone che affida i suoi beni ai servi, distribuendo a ciascuno secondo le proprie capacità . Alcuni di questi servi investono e fanno fruttare i talenti ricevuti, mentre uno, per paura, nasconde il proprio talento senza farlo fruttificare.
La preghiera riflette su questa dinamica e invita a vedere i talenti – doni spirituali, capacità o opportunità – come una benedizione che non dobbiamo tenere nascosta, ma far crescere a beneficio degli altri e per la gloria di Dio. La richiesta a Dio è duplice: da una parte, di aiutarci a riconoscere e valorizzare i doni ricevuti; dall’altra, di darci il coraggio di non lasciarci sopraffare dalla paura o dalla pigrizia, evitando di nascondere i nostri talenti.
L’idea centrale della parabola è la responsabilità personale e la fedele amministrazione dei doni di Dio. Ogni talento è un invito a partecipare attivamente alla costruzione del Regno di Dio, contribuendo con ciò che ci è stato affidato. La preghiera chiede, quindi, di essere custodi diligenti dei doni divini e di metterli a servizio degli altri, affinché, quando Dio tornerà , possiamo restituire i nostri talenti arricchiti dall’amore e dall’azione concreta.