Il Vangelo di Giovanni 15,1-8 ci offre l’immagine potente della vite e dei tralci: senza il Signore non possiamo portare frutto. Questa preghiera nasce dal desiderio profondo di rimanere uniti a Gesù, come tralci alla vite, per avere vita piena e feconda. È una preghiera di domanda, perché esprime l’invocazione sincera di non essere mai separati da Lui, fonte di ogni bene.
PREGHIERA
Signore Gesù,
Tu sei la vite vera,
e io sono un tralcio fragile,
che da Te riceve vita e forza.
Non permettere che mi stacchi da Te,
che la mia anima si secchi,
che le mie giornate si svuotino
del tuo amore e della tua luce.
Vieni a potare ciò che in me
non porta frutto,
anche se fa male:
solo così potrò crescere,
solo così potrò servire.
Donami di restare in Te,
nelle parole, nei pensieri,
nei gesti nascosti della mia quotidianità.
Fammi portare frutto
che rimane nel tempo:
frutti di pace, di giustizia,
di verità e di perdono.
Senza di Te non posso fare nulla.
Con Te, tutto è possibile.
Restami vicino,
e io resterò in Te.
Amen.
Spiegazione
Questa preghiera si ispira direttamente al brano di Giovanni 15,1-8, dove Gesù si presenta come la vera vite e invita i suoi discepoli a rimanere in Lui per portare frutto. L’immagine agricola del tralcio che vive solo se unito alla vite diventa qui un modo per pregare con umiltà: si riconosce la necessità della grazia di Cristo per vivere una vita piena e portatrice di bene.
Il testo domanda a Dio di aiutare a rimanere in Lui anche nelle potature, cioè nelle fatiche e nelle purificazioni interiori, che portano a una vita spirituale più autentica e generosa.
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