Questa preghiera è strettamente legata alle apparizioni dell’Angelo del Portogallo (o Angelo della Pace) ai tre pastorelli di Fatima: Lucia dos Santos e i suoi cugini Francesco e Giacinta Marto.
Atto di riparazione
(Preghiera che l’Angelo insegnò ai pastorelli di Fatima)
Mio Dio,
io credo, adoro, spero e Ti amo.
Ti chiedo perdono per coloro che non credono,
non adorano, non sperano e non Ti amano.
Santissima Trinità,
Padre, Figlio e Spirito Santo,
Ti adoro profondamente
e Ti offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità
di Gesù Cristo,
presente in tutti i tabernacoli della terra,
in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze
con cui Egli stesso viene offeso.
E per i meriti infiniti del Suo Sacratissimo Cuore
e per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria,
Ti chiedo la conversione dei poveri peccatori.
Amen.
Origine della preghiera
Nel 1916, un anno prima delle celebri apparizioni mariane del 1917, i tre bambini ricevettero tre visite da un Angelo, che si presentò come l’Angelo della Pace. Queste apparizioni sono considerate parte integrante del messaggio di Fatima.
Durante la terza apparizione dell’Angelo, avvenuta nell’autunno del 1916, l’Angelo si presentò portando un calice e un’Ostia sospesi nell’aria e insegnò loro questa preghiera. Si inginocchiò con la fronte a terra, e i bambini lo imitarono. Fu un momento profondamente mistico che segnò i piccoli veggenti.
Significato teologico e spirituale
Questa preghiera è un esempio di:
- Adorazione profonda: verso la Santissima Trinità e verso Gesù Eucaristia.
- Riparazione: per i peccati dell’umanità, in particolare sacrilegi e indifferenze verso l’Eucaristia.
- Intercessione: per la conversione dei peccatori, affidandosi ai meriti del Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, due cuori centrali nel messaggio di Fatima.
Approfondimento spirituale
L’Angelo introduce i bambini a una spiritualità eucaristica e riparatrice, anticipando il cuore del messaggio di Fatima, che sarà poi approfondito nelle apparizioni della Madonna: preghiera, penitenza, adorazione e amore verso l’Eucaristia.
Il gesto dell’Angelo – inginocchiato con la fronte a terra – è un invito a una profonda umiltà davanti a Dio, e la preghiera diventa un mezzo per partecipare attivamente all’opera di salvezza e misericordia, unendosi all’offerta redentrice di Cristo.