Dammi, o Signore, un cuore immenso, simile al Tuo, che travolga
i limiti della mia persona e senta palpitare in me il dolore del mondo.
Che sono le mie ansie interessate, i miei meschini interessi,
i miei piccoli peccati in confronto del dolore degli uomini?
Mi vergogno d’aver pregato tanto e richiesto solo per me,
dimentico di tutto e di tutti, chiuso in un egoismo
più abbietto dei vizi più bestiali del corpo!
Perdonami, o Signore!
Come ho potuto cercare la mia perfezione lungo i sentieri della più gretta
avarizia? Come ho potuto ignorare che misura del crescere è il donare?
Butterò la mia vita, o Signore, per ritrovarla, e mi prodigherò per voltarmi
indietro, secondo il tuo esempio incompreso e la legge eterna della vita.
Soltanto alla sera, concedi che, stanco, mi ripieghi un attimo a guardarmi;
non per esaurirmi con snervanti introspezioni, non per tediarti con meschine
richieste, ma per domandarmi severo: <<Quanto ho amato oggi?>>.
E mi accuserò al tuo cospetto, o Signore, d’ogni peccato contro la carità ;
poiché il mondo ha bisogno solo d’amore per guarire dalle sue piaghe.
Bbeato Alberto Marvelli, La mia vita non sia che un atto d’amore, cit. pp. 118-122.