La sentiamo: questa Pasqua,
preceduta da fatti di odio e di violenza,
accompagnata da gravi preoccupazioni sociali e politiche, è inquieta.
Sarebbe però male perdere la fiducia:
il cristiano vede il male, ma si propone di guarirlo;
non deve limitarsi a deplorare i tempi,
ma tendere a migliorare se stesso,
a diminuire negli altri la tristezza e la paura.
In altre parole: simili sì – se vi piace – a Giobbe nei guai,
noi cristiani, ma non simili a Giobbe nel piagnisteo.
Baciati dalla luce gloriosa del Risorto,
ci sentiamo per lo meno nei panni di Lazzaro, il quale,
risuscitato sul limitare della tomba spalancata,
si strappa le bende, si sgranchisce le membra
e s’avvia fiducioso a riprendere la vita normale.
(Cardinale Luciani, 10 aprile 1977)