Signore Gesù,
in questo tempo dominato dalla paura
siamo come isole di un arcipelago,
spesso ripiegati su noi stessi
e timorosi di andare oltre
la terra (in)ferma
delle nostre piccole attese.
La tua Parola
non è tuono che ci fa sobbalzare
e che aumenta l’ansia per l’epilogo della vita
che già conosciamo ma che esorcizziamo.
Più non accettiamo la morte
più essa compie la sua opera corruttiva.
Quando tutto crolla e tace la voce che guida,
quando si spegne la luce che orienta
e viene a mancare la forza che sostiene,
quando silenzio e buio avvolgono il cuore,
la Tua Parola brilla come stella nella notte,
accarezza come brezza dell’aurora.
La tua Parola è suono del cuore,
quello che per primo
il figlio sente della madre.
Come quel battito, così la tua Parola
è un ricordo che diventa speranza.
Quando la tua Parola mi abita,
come il seme nella terra,
il tempo della vita non è più
come sabbia che scivola nella clessidra
ma come grembo materno
che spinge verso l’eternità.
La tua Parola
è richiamo gentile e forte
a mettermi in cammino con Te
affinché Tu non passi dal mio cuore,
come tutto ciò che passa
senza lasciare traccia.
Che possa sempre seguire le tue orme,
quelle che la forza del tuo Amore
imprime nella mia vita.
Amen.
don Pasquale Giordano