Persona che prega in chiesa

Preghiera di don Alessandro Deho’ (link al blog) ispirata al brano del Vangelo di domenica 8 dicembre 2024, Lc 1,26-38.

Ma tu non l’hai cercato.
Non avevi sterilità da piangere,
nessun bisogno di Lui.

Con la violenza propria dei silenzi
fu Dio a prendere
l’iniziativa.

Camminò nei tuoi occhi
vergini,
incapaci di difendersi.

Prese tra le mani la tua
promessa,
ma ti plasmò sua sposa.

Come se ci fosse
un mondo da rifare,
un paradiso da modellare.

Giuseppe forse si aggrappò
al suo nome,
fedele al geroglifico dei sogni.

Fuori nessuno si accorse,
forse solo gli animali
alzarono per un attimo
il muso dalla mangiatoia.

L’angelo ti impose la gioia,
la soglia non oppose resistenza,
ti riempì di grazia
e ti legò stretta alla Sua fedeltà.

Ma tu non l’avevi cercato.

Turbata non capivi il senso
di tanto spreco divino,
del suo scomodarsi per te.

Turbata
ascoltavi il nome di un Figlio
che il Suo amore aveva già deciso di far nascere
in un ventre di colpo incandescente.

Ma forse,
Maria
questa e solo questa
è la fede,
sentirsi parte dell’accadimento della vita.
Essere fedeli al respiro ininterrotto del cosmo.

Forse questa è la fede,
l’abbattersi della grazia,
lasciarsi trafiggere dal miracolo.

Forse questa è la fede,
la vita che accade in noi,
il profilo di un Dio troppo ingombrante,
l’invasione della Vita in un cuore
che non può dire che Sì
anche solo
per non offenderlo.
(A volte credere è solo atto di educazione).

(Credere è non essere scortesi
con questo Dio improvvisamente così
sfacciatamente intimo).

Così ti sento vicina,
Maria,
compagna semplice
travolta dal Mistero.

Ti saresti accontentata di molto meno
ma alla fine cosa vuoi dire
a questo Dio che senti ormai dappertutto?
Eccomi, sono qui,
tu lo sai.
Dove vuoi che fugga? Da chi vuoi che vada?
Se ti impedissi di respirare in me
io sarei nulla.

Eccomi, sono qui,
ma non chiedermi di inventare risposte,
accontentati di me,
fai accadere la tua parola tra le mie carni,
parla tu. Io sarò l’ascolto.
Lo spazio per la tua fantasia.

Sono solo una serva.
Tu lo sai.
Non servo a niente se tu non sei.

(Ma da quel giorno
in ogni cosa viva
sento fremere l’ala di un angelo

che prende il volo,
che si allontana,
che torna a casa).

Io da quel giorno
non aspetto altro.
Che tu mi raccolga.
Dubbi non ne ho:
non sono io ad averti cercato.

don Alessandro Deho