O Dio, fonte di misericordia e di ogni bene,
che hai proposto a rimedio dei peccati il digiuno,
la preghiera e le opere di carità fraterna,
accogli la confessione della nostra miseria
perché, oppressi dal peso della colpa,
siamo sempre sollevati dalla tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Il tema dell’orazione

Questa Colletta non si riferisce al tema delle letture del giorno. È l’itinerario degli eletti che si preparano ai sacramenti pasquali che dà il tono al testo. Essi, oggi, celebrano il primo scrutinio e tutte le comunità, anche quelle che non hanno la grazia in questo anno di accompagnare alla rinascita degli adulti, condividono la simbologia di questi riti penitenziali. Per questo scopo, gli autori del Messale di Paolo VI adottarono con poche modifiche per questa domenica una delle orazioni del Gelasiano Vetus previste per la settimana dopo il primo scrutinio.

Il testo

La struttura nella versione italiana presenta la seguente configurazione:

  • invocazione («Dio fonte di misericordia e di ogni bene»)
  • ampliamento anamnetico («che ci hai proposto»)
  • richiesta («accogli […] perché siamo sempre sollevati dalla tua misericordia»).

Anche in questo caso, la struttura del testo si lascia riconoscere con trasparenza. L’invocazione si rivolge con intensità a Dio che è misericordioso e fonte di bene. Il testo latino lo chiama auctor, autore, di tutte le misericordie e di ogni bontà (risuona 2Cor 1,3: «Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione»). Il tema della misericordia tornerà nella seconda richiesta, facendone il tema centrale dell’orazione e della domenica, incentrata sulla figura della donna samaritana.

L’anamnesi ci riporta all’apertura della Quaresima, con la citazione delle opere penitenziali del digiuno, della preghiera e dell’elemosina. Il medico divino ci ha prescritto come rimedio al morbo del peccato questi tre rimedi, che nella terza settimana è parso opportuno richiamare, risituandoli nella loro natura autentica d’atto di misericordia e bontà.

La richiesta nel testo italiano è diffusa in due domande con due bellissime azioni antitetiche: dell’inchinarsi e dell’essere risollevati. Una discesa (che traduce in latino «inclinámur») e una risalita (traduce l’espressione «sublevémur» della colletta dell’edizione tipica). Sì, perché Dio accolga la condizione prostrata degli oranti coscienti del peso delle loro colpe. Il riconoscimento e il peso delle nostre colpe ci fa abbassare il capo nell’atto di una umile confessione. A questa condizione di discesa, risponde la seconda richiesta che chiede che la misericordia di Dio risollevi gli oranti in un felice incontro di sguardi con il Signore.

L’azione rituale

Nella domenica della Samaritana, l’assemblea può essere invitata da chi compone la monizione iniziale a vivere l’azione eucaristica in unione a tutti gli eletti che oggi vivono il primo Scrutinio. Come loro, anche noi condividiamo l’atto di rivelare al Signore l’umiliazione dei peccati e ci lasciamo sollevare dalla sua misericordia e bontà. I credenti potranno così riconoscere la bella dinamica offerta dall’orazione, nel suo gioco d’antitesi tra abbassamento e risalita.

Fonte: sussidio Quaresima/Pasqua 2023 CEI