Dio di eterna misericordia,
che ogni anno nella festa di Pasqua
ravvivi la fede del tuo popolo santo,
accresci in noi la grazia che ci hai donato,
perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza
del Battesimo che ci ha purificati,
dello Spirito che ci ha rigenerati,
del Sangue che ci ha redenti.
Il tema dell’orazione
L’orazione della seconda Domenica di Pasqua tocca il tema proprio del Tempo Pasquale, sottolineando la dimensione mistagogica. Il brano evangelico di Giovanni (20,19-31), narra l’apparizione del Risorto la sera del giorno della risurrezione, e quella «otto giornidopo». La scena è dominata dalla figura dell’apostolo Tommaso che, assente il giorno della risurrezione, quando il Signore appare vivente ai suoi discepoli mostrando loro le ferite della passione, otto giorni dopo può fare la medesima esperienza dei suoi compagni e giungere alla professione di fede: «Mio Signore e mio Dio!». Potremmo dire che questa è “la prima domenica” della storia. Infatti ogni domenica anche noi, assenti il giorno di Pasqua, possiamo «fare memoria del Signore risorto». Il tema di questa domenica in albis è quindi profondamente mistagogico e vuole far sperimentare all’assemblea riunita la possibilità di incontrare il Risorto nella celebrazione dei sacramenti.
Al termine dell’ottava di Pasqua l’orazione riprende il tema dei sacramenti – battesimo, unzione ed eucaristia – celebrati nella Veglia Pasquale, per condurre i neobattezzati e insieme a loro «tutto il popolo santo» a comprendere ciò che hanno vissuto nella Veglia Pasquale: il battesimo che ci ha purificati, lo Spirito che ci ha rigenerati, il Sangue
che ci ha redenti. Anche il tema della domenica e dell’assemblea liturgica domenicale è particolarmente presente e si può ritrovare anche nella letture bibliche di questa domenica.
STRUTTURA
La struttura della colletta è molto semplice e segue la consueta divisione in due parti: una anamnetica e la seconda dove si formula la richiesta. Nella parte anamnetica, nella quale si fa memoria dell’opera di Dio nella storia della salvezza o nella vita dei credenti, la colletta ricorda il senso della celebrazione della Pasqua, nella quale egli ravviva la fede del suo popolo santo. In questo modo si afferma che il ricordo dei sacramenti celebrati non riguarda solamente i neobattezzati ma tutta l’assemblea.
Nella seconda parte si chiede a Dio di accrescere la grazia che è stata donata nei sacramenti del battesimo, dell’unzione e dell’eucaristia. Emerge una visione dei sacramenti non come azioni puntuali, ma come “chiamata” alla vita cristiana che deve crescere e portare frutto nell’esistenza dei credenti. Un seme gettato nella terra chiamato a germogliare nella vita fino «alla piena maturità di Cristo». L’eucaristia è il nutrimento che ci sostiene in questo cammino di risposta alla nostra vocazione battesimale.
L’AZIONE RITUALE
L’orazione dà la possibilità di richiamara l’assemblea al cammino mistagogico del Tempo Pasquale, raccordandoci alla celebrazione della Veglia. È da notare come l’orazione rimandi ai sacramenti dell’iniziazione cristiana. L’orazione fa emergere anche il valore della celebrazione domenicale come “luogo” nel quale, ogni settimana, il Signore accresce nel suo popolo la grazia dei sacramenti e la forza della sequela.
L’aspersione con l’acqua all’inizio della celebrazione, come atto penitenziale, richiama il tema del battesimo e dell’unzione, con evidente rimando alla liturgia battesimale della Veglia Pasquale.